Aggiornamento sulla situazione in Madagascar (15 ottobre 2025)

Nelle ultime settimane il Madagascar sta attraversando una delle tensioni politiche e sociali più gravi degli ultimi anni.

Dopo settimane di proteste popolari, un’unità militare d’élite, la CAPSAT, ha progressivamente abbandonato la fedeltà al governo centrale e ha assunto il controllo dello Stato. 

Cosa è accaduto finora

  • Le proteste, iniziate il 25 settembre, erano innescate da carenze di acqua ed elettricità, ma si sono rapidamente trasformate in richieste diffuse di trasparenza, riforme politiche e cambiamento sistemico. 
  • Di fronte alla pressione crescente, il presidente Andry Rajoelina ha sciolto il governo, ma nella notte del 13–14 ottobre ha lasciato il Paese e ha poi rassegnato le sue dimissioni.
  • Il parlamento ha poi votato il suo impeachment e, nel frattempo, la CAPSAT ha sospeso le principali istituzioni statali. 
  • Al vertice dell’esecutivo è stato nominato Colonel Michael Randrianirina come presidente ad interim, con l’impegno di indire nuove elezioni entro due anni. 
  • L'Unione Africana sta valutando la situazione come un cambio incostituzionale di governo e ha convocato sessioni d’emergenza per decidere le misure da adottare.

Impatti umanitari e sociali

La crisi politica si aggiunge a un panorama già critico: povertà diffusa, vulnerabilità climatica e necessità umanitarie ampie.

  • Si stima che 3,8 milioni di persone abbiano bisogno di assistenza umanitaria. 
  • In Madagascar, oltre il 75 % della popolazione vive sotto la soglia di povertà, e molte comunità affrontano difficoltà nell’accesso all’acqua, ai servizi sanitari e alimentari.
  • In alcune zone, le restrizioni di movimentazione e l’instabilità hanno già reso complicate le operazioni di aiuto. 

Il nostro impegno e le precauzioni

Nel contesto attuale, desideriamo ribadire che la sicurezza dei nostri volontari e delle comunità locali è una priorità assoluta. La tensione è particolarmente alta nella capitale, Antananarivo, mentre ad Ampefy la situazione rimane più calma, pur restando sotto attento monitoraggio.

A tale scopo:

  1. Contatto quotidiano con le autorità locali
    Siamo in dialogo continuativo con le istituzioni sul territorio — Consolato Italiano, autorità sanitarie e amministrative — per monitorare ogni evoluzione e reagire tempestivamente a eventuali rischi.
  2. Valutazione costante del contesto operativo
    Le nostre missioni sul campo sono sottoposte a controlli giornalieri di fattibilità: se una zona diventa instabile, adottiamo sospensioni temporanee o modifiche del piano operativo.
  3. Protocollo interno di sicurezza
    Tutti i volontari sono formati e dotati di linee guida specifiche per gestire situazioni d’emergenza (movimenti, comunicazioni, evacuazioni).

 

In questo momento di incertezza, il nostro pensiero va a tutti coloro che vivono e lavorano in Madagascar, e in particolare ai nostri amici e colleghi di Ampefy.
Restiamo al loro fianco con prudenza, responsabilità e speranza, continuando a credere nel valore della cooperazione e della solidarietà tra i popoli.

Vi terremo aggiornati.