L'esperienza di Chiara e Mario

Chi, come Mario (medico) e Chiara (infermiera), si avvicina per la prima volta al volontariato in Africa, vive un’esperienza intensa e ricca di scoperte: tra sfide quotidiane, piccoli ostacoli e grandi soddisfazioni, ogni giorno è un’occasione per crescere e fare la differenza.

Tutto dipende dall’idea che ognuno ha del volontariato, ma soprattutto dalla disponibilità con cui ci si apre a conoscere un mondo che, per origini culturali, può sembrare lontanissimo dal nostro — eppure è vicino, perché spinto da un desiderio profondo di essere compreso e valorizzato.

Essere volontari è prima di tutto una missione identitaria e umana: significa mettersi in ascolto, provare a comprendere l’altro, imparare da lui, e solo dopo — forse — offrire aiuto. Ma sempre con uno scopo comune: stare meglio, insieme.

Fare volontariato vuol dire condividere una crescita che è sempre reciproca, mai unidirezionale. Una crescita che cerca di avvicinare modi, tempi e storie diverse, non per renderle uguali, ma per raggiungere una maggiore consapevolezza di chi siamo e di cosa possiamo costruire insieme.

Essere volontari significa voler migliorare, crescere ed evolvere accanto alle persone che incontriamo lungo il cammino della vita.

Ecco cosa ci raccontano Chiara e Maria, dopo i loro primi 10 giorni di esperienza ad Ampefy...

"Più volte nell'attesa di partire, ci siamo chiesti quale sarebbe stato il nostro compito in Madagascar. Sebbene Teresa, Paolo e Francesco ci avessero rassicurati e guidati, oseremmo dire quasi coccolati, verso la nostra partenza, comunque il viaggio rappresentava una incognita. Nonostante tutte le nostre previsioni ed aspettative, solo la permanenza in questa nuova società ed in questa dimensione lavorativa ci hanno dato le risposte. In pochi giorni abbiamo conosciuto il sorriso sempre presente sul volto dei malgasci, che non negano mai il saluto con la loro buona educazione; abbiamo apprezzato la loro ironia e il loro rapporto più genuino con la naturalità degli eventi della vita; abbiamo constatato la preparazione di tutti gli operatori della salute presenti all'interno del Centro Sanitario Saint Paul di Andasibe Ampefy.

Abbiamo toccato con mano ciò che ha creato, probabilmente dal nulla, Change: una casa per volontari con un comfort per noi quasi imbarazzante, il Centro Medico Chirurgico, che ormai rappresenta un punto di riferimento per le patologie quotidiane e per l'emergenza, il progetto volto al contrasto della malnutrizione, soprattutto infantile, attraverso l'educazione al cibo, infine un ambulatorio di ottica per permettere a tutti di avere una vista migliore. Insomma tutto ciò che in Italia è ordinaria amministrazione, il minimo garantito a tutti. E forse è proprio nella analisi di quanto visto che è insita la risposta alla domanda che ci ponevamo: essere qui è una occasione per poter far crescere le conoscenze, migliorare i protocolli, favorire un progresso delle condizioni delle persone, pur rispettando le tradizioni autoctone. Noi saremo qui di passaggio, sperando di lasciare qualche idea, ma la verità è che torneremo noi a casa con le nostre conoscenze arricchite."


Grazie Chiara e Mario per quello che state facendo, per il regalo prezioso del vostro tempo!